La ricorrenza del Ventennale de “I Sapori del Giallo” 2004 – 2024.

Foto ricordo all’interno dei locali della libreria Liberamente di Langhirano (Pr): i librai Cinzia Magnani e Andrea Ferrari in compagnia di Petros Markaris, ospite della rassegna I Sapori del Giallo edizione 2007. Foto A. Ferrari


Per il Premio “Gusti fra le righe” gli ospiti della rassegna “I Sapori del Giallo”, edizione 2007, Petros Markaris e Gianni Mura ritratti con Libero Bonati, Maestro cuoco originario di Pastorello (Pr), responsabile per lunghi anni delle cucine della rassegna “I Sapori del Giallo”.
Foto A. Ferrari

Sulla pagina domenicale dedicata alla cultura, il quotidiano “Gazzetta di Parma” pubblica l’articolo a firma di Luigi Notari, organizzatore della rassegna, che ripercorre la storia della manifestazione e delle sue peculiarità.
PER I VENTI ANNI DE “I SAPORI DEL GIALLO”
Senza ricorrere ad agenzie di eventi né agenzie di comunicazione né tantomeno ad agenti letterari la rassegna di letteratura poliziesca e gastronomia “I Sapori del Giallo” raggiunge i venti anni di impegno svolto grazie all’ausilio fondante di volontari, tali nel pieno senso del termine, all’oneroso apporto dello sponsor privato “Rosa dell’Angelo”, al contributo di una organizzazione di lavoratori di polizia.
Innumerevoli i volti e le presenze che si sono succedute in tante edizioni. Ciascuna ha condotto in loco il proprio bagaglio culturale, il patrimonio di qualità umane, che ha arricchito e animato una manifestazione autentica, viva, capace di accogliere al proprio interno la molteplicità, la moltitudine organizzata, che concorre consapevolmente a raggiungere un intento comune: dare voce al confronto autorevole, indipendente, trasparente.
Su tale base è stato possibile condurre una rassegna plurale, partecipata, legata a un concetto di condivisione che rifiuti di trasformarsi in uno spazio segregato, separato, subalterno.
L’elemento di continuità e di forza della rassegna richiede, di contro, uno sforzo ingente. Il lungo percorso intrapreso affonda le proprie radici in un retroterra fervido di esperienze e di ispirazioni di primo ordine: dall’Estate romana di Nicolini al Festival letterario di Mantova, alle suggestioni del poeta Roberto Roversi e alla stimolante realtà bolognese in cui, per impulso di lavoratori riuniti nel Siulp, Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, si sperimentano non solo iniziative letterarie volte a dare spazio alle istanze della società tramite concorsi quali il Premio Fedeli degli esordi, ma anche la realizzazione dei Police Film Festival, iniziativa fulcro delle attività culturali rivolte all’intera cittadinanza.
In tali occasioni, si dava vita a giornate di spettacoli teatrali, dove poliziotti e carcerati inscenavano a ruoli invertiti il rapporto guardie-ladri; di giornate dedicate alla fotografia, ai fumetti, alla letteratura e, dulcis in fundo, al cinema tramite proiezioni e tavole rotonde in presenza dei principali esponenti del linguaggio, che ha forse meglio interpretato la narrativa del Novecento in maniera tanto popolare quanto personale e critica.
Tale laboratorio all’avanguardia si rivolgeva ad un destinatario ormai maturo, riflettendo un mutamento nella percezione di un genere, il Giallo, che da lettura disimpegnata e di pura evasione assume carattere di penetrazione dei fenomeni sociali, trovandone riscontro nel sorgere di concorsi, festival e case editrici dedicate.
Nella ricorrenza del ventennale de “I Sapori del Giallo” si presenta una coincidenza fortunata: la trasposizione delle opere di Petros Markaris sulla prima rete Rai.
Il romanziere, riconosciuto intellettuale di spicco e politicamente impegnato, già all’apice della narrativa europea nonché sceneggiatore di Theo Angelopoulos, fu tra i più ammirati ospiti della rassegna nell’edizione 2007, in compagnia tra gli altri del compianto Gianni Mura.
Diversi sono gli autori transitati tra le file della manifestazione, le cui opere sono state in seguito rappresentate mediante sceneggiatura televisiva. Citiamo a titolo di esempio Veit Heinichen, con “Il Commissario Laurenti”; Valerio Varesi, “Nebbia e delitti”; Marco Malvaldi, “I delitti del BarLume”; Gabriella Genisi e “Le indagini di Lolita Lobosco”.
Infine, occorre ricordare la figura di un importante sceneggiatore Rai, considerato magistrale nell’abilità di coniugare i tempi e i modi del romanzo Giallo di ambientazione mediterranea al tema della gastronomia. A cavallo degli anni ‘90 egli muoveva i primi passi nell’editoria e ricevette il riconoscimento “Franco Fedeli” a Bologna per quella che era la sua opera più recente, “Il cane di terracotta”: si trattava di Andrea Camilleri.
In quella occasione ebbi il privilegio di trascorrere alcune serate in sua compagnia presso l’osteria “La Traviata” di via Urbana a Bologna, retta allora dal signor Pinardi, originario di Neviano degli Arduini.
Nel corso delle edizioni, punto nevralgico era stato infatti il rapporto tra letteratura e cibo: espresso nei termini tanto più immediati quanto più articolati. Dalle cucine nella sede della rassegna, dirette dal Maestro cuoco Libero Bonati, provenivano le pietanze preparate in base alle ricette descritte nei libri e al pubblico, accanto alle presentazioni dei romanzi tenute dagli autori, rimaneva la scelta dell’itinerario, questo sì sensoriale, da percorrere.
Luigi Notari
Il bando Memoria del Novecento – Regione Emilia-Romagna 2024
Il progetto “Bagliori di memoria: memento 1944 -2024”
I Sapori del Giallo APS si aggiudica la partecipazione al bando indetto dalla Regione Emilia-Romagna sul tema della memoria storica del secolo XX, con particolare riferimento agli avvenimenti del 1944.
Vengono di seguito riportati i riferimenti ad alcune delle iniziative inerenti al bando, che intende contrastare la dispersione della memoria storica, integrandosi appieno nello spirito che da sempre contrassegna la rassegna de I Sapori del Giallo nelle sue molteplici manifestazioni.

Il progetto prende l’avvio in Campora di Neviano degli Arduini (Pr), con una presentazione del testo di Ubaldo Bertoli, la Quarantasettesima e una mostra delle opere dell’autore, il quale fungerà da filo conduttore fra le diverse iniziative.

Ai collegamenti ipertestuali sotto riportati si possono reperire ulteriori informazioni circa l’iniziativa:
https://www.facebook.com/langhirano.saporidelgiallo.9/posts/1144532156847898?ref=embed_post
https://www.facebook.com/langhirano.saporidelgiallo.9/posts/1145684910065956?ref=embed_post


In seguito, viene apposta una targa commemorativa sulla parete della abitazione in Campora (Pr), che ospitò l’autore in periodo bellico.


Nella stessa frazione, teatro di un eccidio nel giorno del primo Luglio 1944, nel corso dell’operazione Wallestein, viene riportata alla luce l’area interessata e viene posta una targa commemorativa visibile dalla strada.

Sopra, l’immagine illustra la zona in località “Ciastrella”, vista dalla strada, prima dell’intervento.


L’area in cui avvenne l’eccidio del primo di Luglio 1944 a Campora (Pr) viene riportata alla luce e restituito alla memoria.

Proseguono le attività inserite nell’ambito del progetto.
Orzale: seminario sui sacerdoti, che presero parte alla Resistenza e che operarono nell’area della provincia parmigiana in cui si svolgono le iniziative della rassegna. L’iniziativa si propone di evidenziare e tramandare tali pagine di storia al fine di evitarne la dispersione e la distorsione.

Rusino: nell’impareggiabile scenario appenninico offerto dal luogo in cui si consumò la tragica rappresaglia nazi-fascista, attraverso l’incendio dell’intero abitato di Rusino in Tizzano Val Parma nel corso della sanguinosa “Operazione Wallenstein” (1944), si illustrano le opere contenute in “Achtung! Banden!” di Mario Rinaldi per concessione dell’editore Battei, nel contesto della presentazione dell’opera di Varesi “Trilogia di una Repubblica”.
Viene anche riprodotto il quadro di Ubaldo Bertoli raffigurante l’incendio.
Di seguito il riferimento alla pagina Fb:

Significativa l’iniziativa tenutasi nella apparentemente peregrina eppure centrale realtà di Rusino, Tizzano Val Parma (Pr) all’interno della locale Chiesa, Venerdì 8 Novembre 2024.
Importanti gli interventi dell’autore Varesi, dell’editore Battei, dello storico Bottazzi, del vicesindaco Miodini, di Orsi e Notari. Presente un folto auditorio a dimostrazione della vivacità di un paese e della percezione della sua Storia.



Ed ecco giungere alla XVIII edizione del Premio Marco Nozza per il giornalismo d’inchiesta e l’informazione critica.
La presente edizione verteva sul tema della Strage di Bologna.
Il riconoscimento viene aggiudicato a Paolo Biondani con il testo: “La ragazza di Gladio”. L’opera concorreva nella manche finalista insieme al libro di Cinzia Venturoli e Antonella Beccaria “Operazione Bologna”.
Di seguito il riferimento alla pagina del sito, che ne dava notizia, con le motivazioni presentate dalla giuria composta di studenti e docenti dell’IISS Gadda di Langhirano (Pr).



Sabato 7 Dicembre 2024 presso l’I.I.S.S. Gadda di Langhirano (Pr) è stato assegnato il premio Marco Nozza per il giornalismo d’inchiesta e informazione critica dalle scolaresche dell’Istituito in una votazione sui due testi finalisti, che ha visto come giurati studenti e docenti.
Le opere finaliste sono state “Operazione Bologna” di Antonella Beccaria e Cinzia Venturoli, Castelvecchi editore, insieme a “La ragazza di Gladio” di Paolo Biondani, RCS Media Group.
A quest’ultimo testo è andato il riconoscimento per la XVIII edizione della sessione rivolta alla informazione critica e al giornalismo d’inchiesta.
Una folta partecipazione ha animato l’incontro, che vedeva tra i relatori il presidente della associazione tra i familiari delle vittime della Strage del 2 Agosto 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna, On. Paolo Bolognesi.

L’edizione del XVII Premio Nozza per il 2023 attribuiva il riconoscimento a Ivan Cavicchi per l’opera “Sanità pubblica, addio”.

Fotografia
Gianluca Bottazzi

Si indica di seguito il collegamento ipertestuale alle pagine, che ne danno notizia:
Molto folto il calendario delle iniziative di Dicembre:

Significativa la programmazione del secondo “Alberto Bevilacqua Film Festival“, tenutosi in una duplice sede.
La prima proiezione si tiene a Castrignano di Langhirano (Pr), che vide la presenza di un giovane Bevilacqua sfollato durante la seconda guerra mondiale.
Si presenta il capolavoro di Florestano Vancini, “Le stagioni del nostro amore” (1966) sul tema della memoria storica inerente ai fatti della guerra e dell’impegno politico e sociale. Conduce la serata Salvatore Gelsi, proveniente dal Mantova Film Festival.
Viene prodotto un podcast, che aiuta e mettere ulteriormente a fuoco l’importanza dell’opera e il suo contributo in termini di attualità di valore artistico e finanche storiografico.
Di seguito si riporta la comunicazione del sindaco di Parma, Prof. Michele Guerra, ordinario della cattedra di “Cinema, fotografia e televisione” presso l’Università di Parma.



PODCAST “MEMORIA E RESISTENZA“, di Marco Mazzieri, con l’intervento di Salvatore Gelsi basato sulla pubblicazione della sceneggiatura (di Florestano Vancini e Elio Bartolini).

La seconda giornata del Film Festival Alberto Bevilacqua – II edizione prosegue con la partecipata proiezione del docufilm sulla figura di Giacomo Ferrari “Arta“, opera del regista parmigiano Fabio Pasini.
L’iniziativa si è tenuta presso Campora di Neviano Arduini (Pr).
E ancora una rilevante manifestazione tenutasi a Neviano degli Arduini, presso la Sala della Cultura, nel segnare il recupero di una vicenda storica di primo piano, sulla quale rischia di scendere l’oblio perpetuo: l’esperienza del Libero comune di Neviano degli Arduini nel 1944.
Allo stesso tempo si dedica un richiamo alla centrale figura di Salvatore Maneschi. La locandina del convegno reca la riproduzione di un articolo di giornale, che riguarda un episodio del 1924 avente come protagonista il Maneschi stesso, impegnato quale antifascista.

Si ringraziano Andrea Filippini e l’editore in Parma Antonio Battei.





La rassegna conclude i lavori presso Scurano di Neviano Arduini (Pr), località che ha dato i natali a una rilevante figura del movimento antifascista: Cleonice Garulli.
Si presenta l’opera curata da Massimo Giuffredi. Relatore l’archivista e storico Roberto Spocci.


